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Pagina:Copernico - Poemetto Astronomico.djvu/18

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(XVII.)


Ma sempre venerando e rispettato,
Noi sian progenie illustre, ed infelice,
A cui cava da gli occhj amaro pianto
La rimembranza di un vietato Pomo,
325Ch’Eva incauta gustò nel Paradiso,
D’un Pomo, aimè! d’un Pomo, oh Dio! d’un Pomo
Fatal cagion delle miserie nostre.
I Filosofi attenti esploratori
Delle celesti luminose Rote,
330Considerando di quell’auree faci
I regolari, ed ordinati corsi,
E l’alternar di lor partenza, e arrivo
Con calcoli sicuri ognor predetto,
Dalle Catedre audaci alto intuonaro,
335Ch’aveano gli Astri vita, anima, e senso,
Anzi ch’erano Numi, e Dei veraci.
Socrate, Plato, Eraclide, Zenone,
Xenocrate, Crisippo, e Zenofonte,
Aristotile, ed altri antichi Saggi
340Celebrarono l’alma Apoteosi
Delle Stelle, che allor più chiara luce
Roteando, e danzando entro i lor Vortici,
Mandaron liete de i divini onori.
Allor fidati da sì gran Maestri


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