Pagina:Copernico - Poemetto Astronomico.djvu/38

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(XXXVII.)


Compongon quel Pianeta, e rari e lievi
Genera effluvj, e non mai nubi, o turbi,
780Ma sol tenui vapori, alme rugiade,
Bastanti a nutricar biade, arbor, viti.
lvi son pure d’Animali mille
Specie diverse; che Natura sempre
D’organizzare, d’animar s’ingegna
785La Materia, e qual può farla perfetta.
Durano i dì, duran colà le notti
Quindeci volte più, che al nostro Mondo;
E il mattutino, e il vespertin Crepuscolo
Non hanno in sorte, o se pur l’hanno, è un lume
790Stranier dell’Atmosfera alta del Sole,
Che dardeggia i suoi rai curvi indiretti
Prima, che giunga all’Orizonte, e quando
Già rinfresca i Cavai nell’onde Ibere.
Non sò per qual rubesta indole fredda
795Fan quelle Genti pie di pudicizia,
E di virginità promesse, e voti,
Voti però, che non osservan mai.
Gli Uomini han sempre il celibato in bocca,
Parlan di castità le Donne ognora;
800Ma son gravide sempre, e ad ogni mese
Come Colombe danno in luce i parti.


Così