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Pagina:Copernico - Poemetto Astronomico.djvu/53

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( LII. )


Quaresime, e digiun di viva carne
1115Il propagante Anniversario, e Tridu
Dedicato ai mister matrimoniali
Del Dio Subigo, e della Dea Partunda,
Della Dea Prema, e dello Dio Tututo.
Le lor battaglie son spietate, e crude,
1120Nè s’armano di spade, aste, e saette,
Ma si scagliano contra e rupi, e scogli
Che fracassan col peso i combattenti,
Come gli Angeli fer nella Giornata
Memorabile orrenda, e sanguinosa,
1125Allor che Capitan della celeste
Oste Michele invitto, e folgorante,
E del Dio de gli Eserciti portando
Il Tuono seco, e il fulmine fatale
Il fellone Saran scacciò dal Cielo
1130Con le Miriadi de i rubelli Spirti;
Onde l’Anglo Milton cantò il Trionfo
Col divin Estro di Mosè, e Davide.
Non risiede Saturno in quella Chiostra
Torbido, pigro, perfido, e maligno
1135Ippocondria in altrui nutrendo, e bile;
Nè con nefanda, e scelerata fame,
Per gelosia frenetica di Regno


Appen-