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capitolo xxxviii. 233


33.  Provammo Salomone, e ponemmo sul suo trono un corpo informe1. Salomone (pentito) ritornò a noi.

34.  Signore, grido, perdona le mie colpe, ed accordami tal potere che niun altro dopo di me possa averne consimile. Tu sei il dispensatore supremo.

35.  Noi gli sottoponemmo il vento, svincolato nel suo campo libero, e dovendo correre ovunque egli l’avrebbe diretto.

36.  (Gli sottoponemmo) anche i demonj, tanto architetti, che nuotatori,

37.  Ed altri attaccati gli uni agli altri con catene.

38.  Questi sono i nostri doni, gli dicemmo; accorda i tuoi favori, o negali, non ne renderai conto.

39.  Salomone ancora occupa un posto vicino a noi, e gode della più bella residenza.

40.  Rammentati anche del nostro servo Giobbe, quando diresse al suo signore queste parole: Satana m’ha oppresso di malattie e di tormenti.

41.  Una voce gli gridò: Percuoti la terra col tuo piede (Egli lo fece, e ne scaturi una sorgente d’acqua). Quest’acqua ti servirà per le abluzioni; essa è fresca, e ne berrai.

42.  Gli rendemmo la sua famiglia, raddoppiandola. Era una prova della nostra misericordia, ed un avvertimento per gli uomini dotati di buon senso.

43.  Gli dicemmo: Prendi un fascio di verghe, batti (tua moglie), e non violare il tuo giuramento2. Tu sei paziente.

44.  Che eccellente servo era (Giobbe)! amava di ritornare a Dio.

45.  Parla anche (nel Corano) d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, uomini potenti e prudenti.

46.  Li abbiam resi virtuosi rammentando loro la vita futura.

47.  Sono per noi nel numero degli eletti privilegiati.

48.  Parla anche (nel Corano) d’Ismaele, d’Elisa, e di Dhulkef, tutti erano giusti.

49.  Ecco l’avvertimento. Quei che temono Dio avranno una residenza magnifica, (dentro)

50.  I giardini d’Eden, le di cui porte s’apriranno per loro.

51.  Vi si riposeranno comodamente, e domanderanno ogni sorta di frutta e di vini.

52.  Vicino a loro vi saranno donne modeste ne’sguardi, e ad essi eguali in età3.

53.  Ecco, si dirà loro, ciò che si prometteva pel giorno del conto.

54.  Ecco, diranno, la provvisione che non ci mancherà mai.

55.  Sì, così sarà. Ma il più spaventevole soggiorno è riservato ai perversi.

56.  È l’inferno, dove saranno abbruciati. Che luogo di riposo spaventevole!

  1. Salomone, dopo aver conquistato Sidone, ed ucciso il re di questa città, prese la sua figlia per concubina. Essa ottenne di avere la statua di suo padre nei suoi appartamenti, l’adorò, ed introdusse così sotto il tetto del re Salomone il culto idolatra. Dio volle punirlo di questa debolezza. Salomone suoleva lasciare in casa di una delle sue mogli, tutte le volte che andava al bagno, il suo anello, l’emblema del potere, ed il talismano col quale conduceva i genj. Uno di questi genj riuscì ad impadronirsene, e s’assise sul trono. Salomone, privo del suo anello, perdè il regno, e fu obbligato di errare sulla terra sconosciuto, e rinegato dai suoi sudditi, finchè l’anello, che il demonio avea gittato nel mare, fu ritirato da un pescatore, e così riguadagnò la sua autorità.
  2. Giobbe avea fatto voto di dare cento colpi di frusta a sua moglie tosto che sarebbe guarito. La parola moglie non si trova nel testo, ma i commentatori così l’intendono.
  3. Di trenta a trentatrè anni, secondo i commentatori.