Pagina:Cordelia - Dopo le nozze, Milano, Treves, 1882.djvu/184

Da Wikisource.
170 intorno al tavolino


Il giorno che non si avesse più il benefìcio di poterci occupare dei lavori d’ago, v’assicuro io che si rimpiangerebbero ben bene.

Mi ricordo appunto un giorno d’estate, che mi trovavo sotto ad un pergolato, lavorando e chiacchierando allegramente con alcune altre signore, ed i nostri lavori servivano per tenere animata la nostra conversazione; ora si faceva una discussione a proposito d’un colore, ora una voleva fare un punto nel lavoro dell’altra, e si rideva e ce la passavamo allegramente.

Un signore stava accanto a noi e prima avea preso parte alla nostra conversazione, poi avea fumato un sigaretto e finalmente avea prese le forbici o s’era posto a tagliuzzare un pezzettino di lana, non parlava più e avea una faccia da annoiato che facea venir l’uggia.

— A che pensate? — diss’io facendomi dare le forbici che mi abbisognavano.

— Penso, — rispose, — che voi signore siete felici e v’invidio.