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delle cose graziose ed era proprio bello col suo sorriso seducente, e poi quando si è ancor nuovi alla vita, fanno sempre effetto certe parole susurrate all’orecchio, certe strette di mano eloquenti.
Egli mi faceva capire in tutti i modi come sarebbe stato felice di unire la sua sorte alla mia; io chiedevo tempo per rispondere, volevo conoscerlo meglio. Un giorno mi arrischiai anche a dirgli ch’ero gelosissima, che sapevo come avesse una grande passione per il gioco e ch’io sarei stata gelosa anche del tappeto verde.
Mi promise di non giocar più.
E prese tanto alla lettera la sua promessa che anche quando lo pregavano nell’intimità di fare il quarto al whist o in qualche altro gioco rispondeva invariabilmente:
— Ho fatto voto di non toccar più una carta.