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dei corredini per i poveri che sarebbero stati degni di vestire dei principi. Poi si raddoppiava di lena per riempire i vuoti lasciati nelle nostre ceste.
Un giorno Margherita non venne e mi mandò a dire che non si sentiva bene. Era giunto il momento tanto aspettato e corsi da lei. Mi accolse col suo sorriso angelico, ma avea la faccia contratta e si vedeva che soffriva molto.
Ruggeri era assai inquieto; girava per la casa come un fantasma, pareva pazzo. Io cercavo di calmarlo e infondergli un coraggio che non avevo.
I medici non erano contenti, perchè pareva che le cose non andassero lisce come avrebbero desiderato; Margherita soffriva molto, mi teneva le mani strette come in una morsa di ferro e i suoi occhi neri guardavano con una certa espressione che mi straziava il cuore.