Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/12

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Capisco che nel tempo febbrile in cui viviamo, non possiamo dominare nè dirigere gli avvenimenti, ma sono essi che s’impongono a noi con una fatalità inesorabile. In queste eterno ore di prigionia, desiderosa di dimenticare l’orribile presente e tremando per l’avvenire, ho rifatta passo passo la mia vita passata e scrissi le memorie che vi unisco, affinché possiate conoscere tutto intero il mio cuore e la mia vita di questi ultimi anni.

Ed ora vi supplico, per l’affetto che avete sempre avuto per la mia famiglia, per la santa memoria della mia povera mamma, di rinunciare per qualche giorno alla vita tranquilla, alla solitudine dei campi per venire a difendermi colla vostra eloquenza.

Ho bisogno più d’un amico che d’un avvocato, ed ho fede che la vostra presenza mi darà coraggio quando sarò là, dove non avrei mai creduto di metter piede, sul banco