Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/16

Da Wikisource.

— 6 —


so che avevo un gran timore di lui e quando mi accarezzava, nascondevo spesso la faccia nel seno della mamma, non osavo parlare alla sua presenza, e tanto meno piangere, perché andava sulle furie e diceva che la figlia d’un militare non doveva pianger mai. Ma, ripeto, di tutte queste cose mi ricordo come di un sogno; so che vi fu un periodo di tempo in cui non vedevo più la mamma e nessuno pensava a me; potevo insudiciarmi, rompere i balocchi, mettere a soqquadro la casa, piangere e strillare a mio piacere; nessuno mi rimproverava, e me ne stavo tutto il giorno colla mia bambinaia svizzera, una fanciullona, colla faccia rossa e tonda come una mela, che non avrebbe fatto altro che passeggiare per la città e giocare come una bimba. Qualche volta chiedevo della mamma, ma mi rispondevano ch’era ammalata e non ci pensavo più.