Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/17

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Un giorno fui sorpresa di vedere la mia bambinaia triste e svogliata ed udire in tutta la casa dei rumori insoliti che non mi sapevo spiegare. Ora suonavano tutti i campanelli elettrici, sbattevano gli usci, e c’era un andirivieni di persone che si muovevano come fantasmi, non osando alzare la voce.

Io era triste, perchè nessuno si occupava di me e mi pareva d’esser dimenticata in un canto, come il mio gattino bianco, che ormai era il mio solo compagno di giuoco.

Ad un certo punto, nella stanza dove stavo annoiata e triste, entrò impetuosamente la vecchia cameriera di casa, quella che aveva veduto nascere la mamma, avea gli occhi pieni di lagrime e non potea parlare; mi prese fra le braccia e mi portò via singhiozzando.

Ero tutta sgomentata, non sapendo dove mi conducesse, mi fece passare per una lunga