Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/215

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Vi assicuro che vi ascoltai colle lagrime agli occhi, e sento che soltanto a voi debbo la mia salvezza e che non potrò mai pagare il debito di riconoscenza che a voi mi lega.

È certo che le vostre parole decisero quelli che erano ancora tentennanti nell’incertezza, e quando rientrò la Corte ed il verdetto di assoluzione fu pronunciato in mezzo agli applausi, provai una tal gioia e tant’emozione che la maggiore non avevo provata mai.

Non vi descrivo la felicità nel riabbracciare la mia figlia, vi sono certe gioie che non si possono descrivere, come certi dolori che non si possono comprendere se non si sono provati.

Invece della condanna ebbi quasi un trionfo; è vero che i giornali hanno criticato il verdetto dei giurati ed hanno detto che si è finito col fare il processo alla vittima e non m’hanno lasciato gustare tutta intera la gioia della mia assoluzione: in ogni modo sono libera e non