Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/22

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mia casa! Ah sì; trovai in mezzo alla mia roba un ritrattino della mamma. Chi ve l’avea posto? Forse la nostra vecchia cameriera? Forse il babbo? Non l’ho mai saputo e non l’ho mai domandato; ho sempre voluto immaginare che fosse venuto dal cielo a ricordarmi la mia casa.

Non descriverò tutta la mia vita di collegio; quella vita monotona, uguale, è stata troppo descritta nei romanzi e nelle novelle sentimentali e ve ne faccio grazia; parlerò solo delle mie impressioni e dell’influenza che quegli anni possono aver avuto sul mio carattere e sulla mia vita.

Io la vedo distinta in tre periodi; il primo, che chiamerei infantile, è composto di quell’età che si suol chiamare la più bella, ma che io chiamerei la più sciocca. Infatti, che cosa sappiamo noi della vita a quell’età? Si è più cose che persone, si vegeta, ma non