Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/34

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aver parlato coi suoi amici, sempre dello stesso argomento, era caduto come una quercia colpita dal fulmine, senza proferire una parola, senza mandarmi la sua ultima volontà.

Tutti sanno il colpo tremendo che fu quello per me; non valsero per molto tempo a consolarmi nella mia sventura nè le parole degli amici, nè gli elogi che leggevo di lui in tutti i giornali e nemmeno una lettera che mi scrisse il re di suo pugno, rimpiangendo la perdita d’un amico sincero e d’un valoroso soldato. Fu questo il primo grande dolore che provassi nella mia vita. Mi trovai tutt’ad un tratto sola al mondo, senza amici, dopo aver veduto crollare quel raggio di gloria che negli ultimi tempi era stato il mio orgoglio, la mia consolazione.