Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/36

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di libertà. Dopo quella boccata d’aria libera avevano gli occhi più scintillanti e la faccia più fresca e sorridente e le loro chiacchiere erano più allegre e vivaci.

Negli altri giorni erano di tratto in tratto chiamate in parlatorio, ricevevano dei regali dai parenti e facevano sempre progetti per l’avvenire quando sarebbero uscite dal collegio. Uscire da quelle mura che m’opprimevano era un pensiero che spesso passava per la mia mente. Ma in che modo sarei uscita? con chi? Dove sarei andata? Ecco le questioni che si affacciavano sempre al mio pensiero, e l’idea di dover passare tutta la mia vita là dentro mi rendeva malata, nervosa, e mi riempiva di sgomento.

Avrei preferito la morte; ma intanto la mia vita era infelice e le passeggiate fatte in comune come un gregge di pecore erano un vero supplizio per me.