Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/38

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quelle immense sale abbandonate. Verso sera dissi di non sentirmi bene e ottenni il permesso di coricarmi prima che le altre ritornassero. Non volevo sentire il loro allegro cicaleccio, il racconto dei divertimenti goduti.

Ma quando rientrarono la loro gioia era così rumorosa e avea tanto bisogno di espandersi, che avevo un bel nascondere la mia testa fra i guanciali: era come un ronzio di zanzare che sentivo intorno alle mie orecchie.

— Proprio noiose come zanzare, — dicevo fra me, mentre sentivo parlare di merende sull’erba, di gite, di scarrozzate, di fiori, di giardini incantati, d’un mondo insomma che non avrei forse riveduto più mai.

Ma chi è che viene a turbare i miei pensieri?

Non vi basta tormentarmi colla vostra voce, che, mi venite anche a toccare! via, zanzare, via! Credo d’aver dato un piccolo schiaffo a quella cosa ch’io sentivo accanto