Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/58

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sosteneva in società, mi colmava di ogni maniera di cortesie, ostentando un affetto che forse non sentiva.

Diceva a tutti che ero la sua cara nipotina, il suo pensiero, il suo affetto, la sola memoria che le rimaneva del suo povero fratello, un eroe d’altri tempi; — ed io intanto ne godevo i vantaggi, mi abituavo ad una vita di lusso e dispendiosa, e il mio gusto innato per le cose belle si raffinava sempre di più, andavo perdendo della mia selvatichezza e in mezzo a quella vita animata e libera la mia salute rifioriva, mi facevo più forte e più bella, le mie idee prendevano una forma più concreta; non vedevo soltanto cogli occhi, ma anche il cervello lavorava e la fanciulla timida e ingenua s’andava trasformando in un essere più completo, più gentile e più elegante.