Pagina:Corradini - Sopra le vie del nuovo impero, 1912.djvu/241

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ed i valori morali 219

profittava. Ma anzitutto i lettori debbono sapere che quei bravi tripolini due volte eran fuggiti dall’Ottobre al Marzo. La prima volta, avanti che s’accostassero le nostre navi, molto avanti, quando appena una nostra occupazione parve loro sul serio possibile, sebbene l’avessero tanto invocata allungando le braccia dalla riva verso l’Italia; sebbene ci avessero detto tante volte: — Che fate? Perchè non venite? — molto avanti di vedere il fumo delle nostre navi eran fuggiti per paura delle cannonate. Poi, una volta sbarcati gli italiani, passati il 23 e il 26 Ottobre, eran tornati quatti quatti dicendosi in cuor loro: — Ora possiamo stare tranquilli in mezzo ai nostri liberatori. — Ma ahimè, era scoppiato il colera, e quelli una seconda volta via per la seconda paura! A farla breve, anche il colera fu domato, quei bravi tripolini tornarono, eran facoltosi, pratici d’affari, dissero su una grossa fornitura di guerra, per certi cammelli che s’eran comprati allo scopo di far l’avanzata che poi non fu fatta, ebbero la fornitura e s’impinguarono. Credo che a pochi italiani la guerra abbia profittato tanto quanto a quella masnadetta tripolina due volte fuggita. E questa è la seconda tavola del dittico. Il quale si potrebbe intitolare: i due aspetti della guerra. Chi ne muore e chi ne fa suo pro.