Pagina:Corradini - Sopra le vie del nuovo impero, 1912.djvu/27

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del trionfo nazionale 5

contenne anche un dramma, l’ultimo atto d’un dramma con la sua catastrofe. Tripoli, la guerra, il decreto d’annessione furono quasi direi il tema esteriore, ma il dramma, l’ultimo atto del dramma fu tra alcuni uomini e la volontà nazionale. Fu, più che l’ultimo atto, l’ultima scena; più che l’ultima scena, l’ultima frase; più che l’ultima frase, l’ultimo grido di chi finalmente cadde sotto chi finalmente trionfò. Quei pochi uomini sino a qualche anno fa, sino forse a qualche mese fa condottieri di folle, apparvero ieri finalmente soli. Combatterono, o meglio, s’illusero di combattere, ma in realtà quando comparvero sull’agone parlamentare, erano già stati vinti fuori. Non combatterono, ma si dibatterono. E forse s’illusero di battersi contro un ministero, contro una maggioranza, contro la guerra di Tripoli; ma in realtà si dibatterono sotto ben altro nemico che finalmente li aveva atterrati e afferrati alla gola. Il nemico era la stessa Italia, una nuova Italia sorta, cresciuta fattasi grande negli ultimi anni.

Ho parlato di uomini, ma è più esatto parlare di un uomo solo. Perchè un solo uomo veramente «rappresentativo» ebbe ieri nel parlamento italiano il socialismo contrario all’impresa di Tripoli, e quell’uomo fu Filippo Turati. Fra quanti presero la