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contro il dominatore francese 35

la convertirono in lotta di classe illuminata, determinata, misurata e moderata: essi chiesero ad una compagnia francese di far posto sui tranvai ad un giusto numero di conduttori arabi, accanto a un giusto numero di conduttori italiani, a parità di trattamento. Posero le fondamenta di un programma che tocca i tre popoli. Da questo momento l’indigeno, il popolo arabo, materia informe e addormentata, ha per il suo futuro risorgimento in Tunisia una mente, una volontà, una voce, una azione: i Giovani Tunisini. Questi, nel dramma dei tre popoli, incominciano a delinearsi come veri protagonisti. Soltanto, stando a quanto mi disse il signor Zauche, non prevedono nessun avvenire contro la Francia. E proprio così.

La Francia officiale è arabofìla. Parigi, il parlamento, il governo metropolitano sono arabofili. Di lassù fu comandato quaggiù un indirizzo di politica arabofìla. Il residente generale, Alapetite, tornò da Parigi il Febbrajo scorso, dopo una controversia sopra la sua amministrazione tunisina al Palais Bourbon, più arabofilo di prima. Sbarcato, dal porto alla residenza fece la strada a piedi in mezzo a grandissima festa d’arabi.

L’arabofilia, durante questo periodo di guerra italo-turca per la Tripolitania, ha imposto la sua conseguenza estrema: la turco-