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Pagina:Cose lauretane.djvu/22

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stiani, verso la Santa Casa di Loreto. Imperciocché, si facciano strepiti sofismi quanti si vuole: attenendosi all’epoca del 1294, la traslazione miracolosa non regge, al confronto dei fatti, e all’esame della critica e della logica; ripudiata però quell’epoca, il fatto della traslazione miracolosa non soggiace più a nessuna ragionevole contradizione, e si deve crederlo, come si credono i fatti di Storia umana i più accreditati e più veri.

34. A fronte della dimostrata evidenza, il Proposto Riccardi di Bergamo si impegnò a confutare le mie discussioni; e la cosa fu un poco singolare, perchè io in voce e con lo scritto gli avevo comunicato il mio assunto, ed Egli lo aveva approvato. Ma sopra di ciò ho già detto alquante parole, e ne dirò a suo tempo alquante altre. Oggi però inaspettatamente discende nella Arena il Sig. Cavaliere Angelo Maria Ricci, e dichiaratosi il Campione del 1294 promette sopra quest’epoca Osservazioni Storiche e Artistiche, nella sua nuova opera di sedici pagine. Prima dunque leggiamo ciò che Egli ha saputo dirne, e di poi passeremo alla analisi.

«35. Se altri, cercando forse di accrescere la meraviglia delle patrie cose fra le tenebre delle antichità più remote, ha voluto riferire ad epoca più distante di quella fissata nel 1294, la venuta in Loreto della Santa Casa, io non intendo, perchè il silenzio e le ambagie dei Secoli, debbano prevalere alla voce di tutti i dotti, e di tutte le nazioni; né voglio ripetere a sazietà le forti e luminose ragioni onde un Ecclesiastico illustre ha dissipato i prestigj delle private opinioni. Egli è vero che il Critico illustre nulla adduce in contrario, sulla autenticità e sulla identità della Santa Casa; ma il rimuovere le epoche ricevute nella comun tradizione, è l’istesso che muover dubbio sulla cosa, onde dicea Senofonte muovimi i tempi, e muoverai sotto i miei piedi la terra, che mentirà senza colpa».

36. La prima accusa pertanto è quella, che io abbia ripudiato epoca del 1294 per accrescere le meraviglie della mia patria «fra le tenebre arcane delle età più rimote». Queste parole però mi fanno sospettare, che il Sig. Cavaliere non abbia neppur letto