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capitolo secondo 177

§ III.


Qualunque uomo amico delle grandezze, sapendo che la possessione delle miniere procaccerebbegli il favore della corte e chiuderebbe la bocca a’ propri nemici, sarebbesi dato, anzitutto, pensiero di rinvenire il paese dell’oro, prenderne possesso, e tornare in Ispagna, per ripartirne tosto con forze sufficienti ad occuparlo: ma Colombo, inteso a scoprire lo stretto, non volle tornare indietro per miniere che risguardava già come sue: partì, non ostante i torrenti di pioggia che lo molestavano, onde continuare il suo viaggio.

Trovavasi giunto precisamente al luogo, che a Granata, sotto le volte dell’Alhambra, aveva presagito dovergli aprire il passo al mare del mezzodì. Egli faceva praticare dalla Biscaglina le più attente esplorazioni delle coste sul littorale di Chagres, in faccia a Panama: presentiva quel punto geografico, da tre secoli e mezzo oggetto di tanti studii diligenti e perseveranti per parte degli odierni geologi: si ostinava a voler trovare lo stretto là dove, a malgrado che non esistesse, i bisogni dell’incivilimento lo reclamano, e sollecitano tuttodì; lo cercava ne’ luoghi cui una configurazion particolare sembra aver preparato per la sezione delle due grandi regioni del continente americano: diresti che la natura si è improvvisamente arrestata nella sua opera per ordine dell’Altissimo, il quale riservò senza dubbio all’umanità l’apertura di quel passaggio siccome prodigio del suo genio ed ultimo termine della sua possanza. L’Ammiraglio cercava, dunque, lo stretto, non all’estremità delle contrade australi, ove si trovava, ma là dove doveva essere, e dove sarà: il rivelatore della creazione ne additò il luogo.


§ IV.


Non avendo trovato lo stretto a Chagres, Colombo continuò le sue ricerche; poichè, a rigore, quello stretto poteva trovarsi altrove. Seguì la costa a levante, e il 2 novembre, essendo passato fra due piccole isole, andò a gettare l’áncora in un porto

Roselly, Crist. Colombo, T. II. 12