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capitolo ottavo | 281 |
sta della corte, Pietro Martire d’Anghiera, scriveva all’arcivescovo di Granata: «la mia destra vien meno pel dolore; nondimeno mi sforzo di scrivere... La Regina ha esalato la sua anima immensa, segnalata dall’eccellenza delle azioni! La faccia della terra è priva d’un’ammirabile ornamento sin qui senza esempio.....1.
Appena fu ritirato da questo mondo quel tipo di onore, di unione e di fiducia, riapparve subitamente lo spirito di discordia. Diffidenza e malcontento occuparono le alte ragioni della corte; le fronti si oscurarono; gravi inquietudini assalirono gli uomini di pace e di preveggenza; la politica si diede in braccio al machiavellismo; le mediocrità gelose, le astute ipocrisie rialzarono il capo; i buoni e i giusti diventarono sospetti; mentre nelle campagne corse il presentimento di calamità impensate.
Parvero mutare perfino gl’influssi celesti. Intemperie eccessive, disordini atmosferici contrassegnarono quell’epoca di corruccio e lamentazioni. Negre nubi velavano l’orizzonte; il sole non si mostrava più: pioggie incessanti guastavano le terre, le strade, e cagionavano innondazioni. Tutte le pianure andarono sott’acqua, e le sementi marcirono, il che produsse una generale carestia. ll feretro della Regina, condotto a Granata, secondo la sua volontà, per poco non fu portato via dalle correnti. Il cappellano del Re, incaricato di dirigere il funebre convoglio, dice che non si era mai veduto a memoria d’uomini un simile diluvio: più fiate corse rischio della vita in quel lugubre tragitto2. Le lettere dell’Ammiraglio accennano al cattivo
- ↑ “Cadit mihi pro dolore dextera. Cogor tamen scribere... animam illam ingentem insignem, praeclare gestis optimam Regina exhalavit. Orbata est terrae facies mirabili ornamento, inaudito hactenus....” — Petri Martyris Anglerii, Opus Epistolarum, liber decimus septimus. Epist. cclxxviii.
- ↑ Nella sua prima lettera dell’anno 1505, Pietro Martire parla di questa perturbazione generale dell’atmosfera: “Coelorum illa rabies inau-
lore atque jactura Gonsalvi.” — Paulus Jovius, Vitae illustrorum vivorum, fol. 275.