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110 libro primo

cito di ventotto mila uomini: ma la inettezza del re non seppe cavare partito da questo insperato sussidio. Una tregua coi ribelli lo espose in breve a nuovi pericoli.

Giovandosi accortamente di queste controversie, l’ambizioso don Pedro Giron, gran mastro di Calatrava, ardì offrire al re sessantamila monete d’oro e tremila cavalieri, se concedevagli la mano della infante Isabella. La ingiuriosa proposta fu accolta, cotanto il re sentivasi vacillante! ma la giovane Principessa, pregò Dio di mandarle la morte anzichè permettere tanto disonore: il trapasso improvviso del gran Mastro venne in buon punto a porre un termine alle inquietudini d’Isabella.

A que’ giorni Segovia aveva aperto le porte al pretendente don Alonzo: Valladolid lo riconobbe sovrano: la sua causa andava ogni dì acquistando favore, quando, una mattina, fu trovato morto in letto.

Isabella si ritirò incontanente nel convento d’Avila, ove una deputazione della nobiltà, condotta dall’arcivescovo di Toledo, venne ad offerirle la Corona. La giovane principessa rispose che il suo rispetto pel re le vietavano di accogliere simile proposta: una deputazione di Siviglia, ripetè indarno l’offerta: tocco da tanta fedeltà, don Enrico si riconciliò con Isabella.

Ma comechè avesse evitate le insidie e delusa la malizia della Corte, Isabella non vedea sicurata la libertà della sua mano; se la disputavano il re di Portogallo, il duca di Guienna fratello di Luigi XI, uno de’ fratelli del re d’Inghilterra Eduardo IV, e il figlio del re d’Aragona. Nella sua doppia qualità di vicino e di parente, il re di Portogallo portava fidanza di essere preferito: favorivano Villena, il re Enrico e sua moglie; ma l’animo inflessibile di Isabella fece cadere a vuoto quel disegno: altrettanto insensibile alle preghiere del favorito, quanto alle minacce del Re, ella respinse la dimanda del Re portoghese.

Precoce maturità di spirito diceva ad Isabella, che, sui gradini del trono, la scelta di uno sposo non poteva dipendere unicamente dal cuore; che in sì alto seggio gli interessi della nazione dovevano andare avanti agli affetti ed alla felicità intima della vita. Fatte assumere in segreto dal suo cappellano informazioni sopra ciascuno de’ pretendenti, e pesato il loro me-