Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/122

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114 libro primo

giudizio che la storia ha confermato e sussiste registrato nella memoria riconoscente di una intera nazione.

Quella Donna meritava infatti di regnare; pareva creata pel comando. Sapendo che ogni potestà viene da Dio, che la responsabilità di un sovrano si misura in proporzione della sua medesima possanza, ella si teneva pronta a rendere ragione de’ suoi atti davanti l’Eterno e davanti la posterità. Non si può negare che la regina fosse infinitamente superiore al re per l’istruzione, per l’elevazione de’ pensieri, la scelta degli uomini e dei mezzi, e per una rettitudine che non aveva pari: ma siccome le controversie di Ferdinando colla Francia, l’Italia, le Fiandre, l’Austria, lo posero a contatto colla diplomazia di tutta l’Europa; e che, dopo la morte della regina, egli occupò la scena politica per undici anni, operando e governando da solo, così la storia ha attribuito a lui moltissimo, non facendo la debita attenzione al regno d’Isabella. Favellando di Ferdinando il Cattolico, gli scrittori hanno dimenticato che questo glorioso soprannome era unicamente il premio dello zelo d’Isabella, e ch’ella aveva gettato sopra di lui un riflesso non perituro.

Quantunque il nome di Ferdinando fosse il primo in capo a tutte le ordinanze, e che le monete e i sigilli dello Stato portassero la doppia effigie di Ferdinando e di Isabella, è fatto però costante che la regina governava da sè, e secondo la sua unica volontà il regno di Castiglia, a tale che gli Spagnuoli non dicevano il re e la regina, ma sì bene i due re, o semplicemente «i Re,» per dinotare i due sovrani.

Secondo l’ingegnosissima osservazione dell’illustre padre Ventura di Raulica, «Ferdinando non era che la mano destra, la spada del regno; Isabella n’era l’anima e il consiglio. Sarebbesi detto che Ferdinando non era che la moglie, la regina di questa gloriosa dignità regia, e che Isabella n’era l’uomo ed il re. La Donna Cattolica, t. II.

Noi parleremo di essa sola; poichè non solamente le appartiene il disegno e il principio delle maggiori cose; ma queste cose furono risolute da lei prima di possedere la corona, anzi prima di avere obbligata la sua mano al re di Sicilia Ferdinando di Aragona. Il trattato del 5 marzo 1468, base di questo