Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/176

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168 libro primo

niente per le loro Altezze, se scendessero ad un trattato, intorno ad un riuscimento stato giudicato imaginario; che se l’impresa falliva, elle si esporrebhero alle beffe delle Corti straniere, e scemerebbe nei loro Stati il rispetto portato alla loro sapienza; che, ammettendo anche il caso di un felice esito, concedere privilegi così esorbitanti ad uno sconosciuto, sopra tutto ad uno straniero, sarebbe inevitabilmente diminuire nell’opinione il prestigio della maestà reale. Sotto l’influenza delle osservazioni del suo confessore, la Regina esitò, e fe’ proporre a Colombo condizioni alquanto diverse, quantunque ancora vantaggiosissime. Certamente gli vennero offerti, come in Portogallo, titoli, rendite, prerogative capaci di soddisfare qualunque altro cuore, non quello di Colombo: egli non accettò quelle condizioni, e non decampò per nulla dalle sue: conferendo con Monarchi soleva improntare il proprio dire d’un suggello di dignità familiare, quasi trattasse con pari suoi; ed ora che si approssimava l’ora di adempiere la sua missione, operava come aveva parlato.

Nè la sua povertà, nè i sei anni sprecati alla corte di Spagna in istanze infruttuose, nè il trascorrere del tempo che minacciava di rendere inutile il suo disegno, poterono smuoverlo. Egli aveva consumati più di diciott’anni in tentativi, e nondimeno preferiva ricominciare da capo tai difficili negoziati con altro Stato, piuttostochè derogare a ciò che pensava essere richiesto dalla dignità de’ suoi diritti.

Gli amici di Colombo procurarono rattenerlo, e pare, che, pregato dal suo fedele amico Juan Perez, si ponesse di nuovo in relazione col gran Cardinale di Spagna. Nell’alta idea ch’ei si era fatta di Colombo, questo principe della Chiesa non trovava punto eccessive le condizioni da lui poste qual premio de’ suoi servigi, e di cui si offendeva l’orgoglio de’ cortigiani: ma considerazioni personali lo impedivano d’intervenire.

Tuttavia, anche fuori della Commissione, l’enormità delle fatte domande preoccupava i consiglieri dei monarchi. Siccome si obbiettava motteggevolmente a Colombo che la sua abilita era rara, perocchè senz’arrischiare dal canto suo spesa alcuna, checchè avvenisse, avrebbe sempre avuto l’onore di un comando,