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capitolo sesto 185

affumicato, porco salato, biscotto, riso, piselli, ceci, fave, fagiuoli, aringhe, cipolle, vino, olio, aceto, sale, ecc., in tanta copia da poter bastare per un anno ad ogni caravella. Queste tre navi, che rappresentavano brick di dieci, sedici e venti cannoni, furono munite ciascuna di due pompe in legno per l’acqua. A’ dì nostri nessun ammiraglio si avventurerebbe a lontana esplorazione sopra simili navigli: ma siccome, eccettuata la Santa Maria, le due caravelle erano molto acconce per approssimarsi alle coste, e che gli equipaggi e i viveri v’erano sufficienti, così Colombo le trovò, diceva, molto addatte alla sua impresa, e passò a rassegna le persone della spedizione.

Sulla Santa Maria si imbarcarono secondo l’ordine di precedenza:

L’onorevole Diego de Arana, grande alguazile della flotta, nipote di Colombo; Pietro Guttierez, guardia nobile del Re addetto alla contabilità della corona; Rodrigo Sanchez di Segovia, eletto dai Sovrani veedor, controllore dell’armamento; Rodrigo di Escovedo, notaro reale, incaricato di stender gli atti e i processi verbali, secondo l’occorrenza; il bacelliere Bernardino di Tapia, storiografo della spedizione.

Dopo di essi venivano, quali luogotenenti di vascello, i piloti Per Alonzo Ninno, vero lupo di mare; Bartolomeo Roldan, marinaio specolatore, più mercante che militare; Fernando Perez Matheos, spirito inquieto e invidioso; Sancho Ruiz, zelante in adempiere al suo dovere; Ruy Fernandez, buon ufficiale; Juan de la Cosa, soprannominato il Biscaglino, abile nella teorica, e idrografo per istinto. Tenevano dietro l’interprete della spedizione, ebreo convertito, battezzato sotto il nome di Luiz de Jorrez, il quale sapeva il latino, l’ebraico, l’arabo, il cofto, l’armeno; ed il metallurgista officiale Castillo, orefice di Siviglia.

ll servizio di sanità si componeva di un certo maestro Alonzo, medico mediocre, e di un valente chirurgo, maestro Juan, compassionevole pei malati. Un uomo intrepido e modesto, il virtuoso Diego Mendez, Francesco Ximenos Roldan e Diego di Salcedo, attaccati al servizio della persona di Colombo quali scudieri, presero posto con due suoi amici, vaghi di arrischia-