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260 libro primo

sere inquiete per tale prolungata navigazione, dovette ripigliare la via dell’Europa, tanto più che le due caravelle facevano allora molt’acqua. Il rimanere non era men pericoloso del partire. In tale condizione di cose, e a tale distanza non v’era da sparare soccorso altro che da Dio.

L’uomo della Provvidenza volse la prora alla Spagna, invocando la Santa Trinità, perchè, dice il venerabile Las Casas, «non ostante la gran quantità d’acqua che facevano le caravelle egli sperava che Nostro Signore, che lo aveva condotto nella sua bontà, degnerebbe ricondurlo nella sua misericordia.»

Sul principio il mare fu quieto: v’ebbero frequenti variazioni di vento: ne’ giorni seguenti i flutti si animarono: fu veduta gran copia di tonni, ed altresì uccelli di mare dalle lunghe e strette penne in coda. Tuttavia il mare era liscio, la temperatura dolce, il vento propizio. Colombo ne rendeva grazie a Dio.

Il 21 gennaio, l’aere si rinfrescò. Comparvero molti uccelli, e pochi pesci. L’acqua era più fredda. La dimane vi fu gran calma. Gl’Indiani si trastullarono a nuotare intorno le navi. Si trovaron erbe, ma non mettevano più timore. I giorni seguenti, i soffi,furono variabilissimi. Di frequente la Nina era costretta a diminuir le vele per aspettare la Pinta, la quale andava male, perché Martin Alonzo aveva trascurato di ripararne le avarie durante la sua diserzione.

ll cielo perdette in breve la sua trasparenza. Gl’incessanti mutamenti de’ soffi rendettero pesanti le manovre. Si avanzava poco; le provigioni si esaurivano; non vi era altro che patate, biscotto e vino, il che non bastava a sostenere le forze per quel gran faticare.

Il venerdì 26 gennaio, dopo il levar del sole sopraggiunse la calma. I marinai riuscirono a prendere un tonno ed un enorme pesce cane, che fu di felice rinforzo per la cucina. Ne’ dì seguenti si fece poca strada; l’aere e i flutti rimanevano stagnanti. Tuttavia l’ammiraglio continuava a ringraziar Dio dello stato del mare. ll 4 febbraio, il cielo, sempre più annuvolato, diventò piovoso, e il tempo freddo. L’ammiraglio fece mettere all’est. Continuò questo mal tempo sino all’8 febbraio. Due giorni dopo i piloti si reputavano nel loro calcolo vicini alla Castiglia più di