Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/286

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278 libro primo

movimento spontaneo, tutte le botteghe si chiusero, e tutti traevano in calca a vedere la caravella: le campane sonavano a festa; le artiglierie tonavano; le finestre erano adorne di fiori; le contrade addobbate di drappi e di tappeti. «Sbarcando, Colombo, fu ricevuto coi medesimi onori che si sarebbero resi al Re. Tutto il popolo in procession solenne accompagnò lui e le sue genti, alla Chiesa, ove andarono a ringraziar Dio di aver favoreggiato a quel modo il viaggio più lungo e più importante che unqua fosse stato fatto. Dopo sì gran timori e perplessità, quale non doveva essere l’ebbrezza delle famiglie, ricuperando coloro che disperavano di non più rivedere!

Alquante ore dopo, mentre tutta la città, trasportata da una indicibile allegrezza, offeriva le sue gratulazioni e i suoi omaggi all’ammiraglio, e col suon festoso delle sue campane annunziava alle vicine borgate un avvenimento straordinario, si vide giungere vicino alla Nina un’altra caravella assai conosciuta dagli abitanti, la Pinta, condotta da Martin Alonzo Pinzon: in capo ad alcuni minuti, una scialuppa se ne spiccò furtivamente e ridiscese il fiume: era il capitano che fuggiva.

Sospinto dalla tempesta nel golfo di Biscaglia, Martin Alonzo Pinzon, persuaso che colla sua vena d’acqua, i tanti suoi guasti, la povera piccola Nina non avrebbe potuto salvarsi dalla procella, aveva indirizzata ai Re una relazione della scoperta, che attribuiva a sè stesso, e dimandava l’autorizzazione di andare alla Corte per rendere conto della spedizione: in aspettazione della loro risposta veniva nella sua città natale a godere dell’usurpato trionfo: ma, vedendo sventolare la bandiera ammiraglia sull’albero maestro della Nina, fu preso da confusione; e pel timore che il suo Capo lo facesse imprigionare, come n’aveva diritto, fuggì vergognosamente colla rabbia in cuore, alle grida del trionfo di colui che avea sperato soppiantare.

Di tutto l’equipaggio della Pinta non mancava pur un uomo; e fra’ lasciati ad Ispaniola non ve n’era alcuno natio di Palos. Colombo poteva a buon diritto indirizzare alle genti di questo porto che lo avevano detestato e maledetto, le parole del Buon Pastore: «io non perdei nessuno di quelli che m’avete dato.» Perciò la gioia degli abitanti era al suo colmo. Vedendo che l’am-