Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/299

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capitolo undecimo 291

ove approdavano; a tal che, per la via di Pisa e di Livorno arrivava a Firenze ed a Siena in quella che il Senato di Genova l’udiva per bocca de’ suoi ambasciatori, Francesco Marchesi e Giovanni Antonio Grimaldi. Pietro Martire di Anghiera fu sollecito di scriverla a Milano al conte Giovanni Borromeo, cavaliere della milizia d’oro. L’annunzio di questo prodigio corse in breve gli stati cristiani, e dall’Adriatico alla Gran Brettagna cagionò in tutti i marinai una tale sensazione che difficilmente si potrebbe esprimere. Il celebre Sebastiano Cabot, che si trovava allora alla corte d’Inghilterra, confessa che tale scoperta vi fu considerata quale opera più divina che umana.

Ma dove questa notizia suscitò più profonda sensazione si fu nella metropoli del mondo cristiano.

Roma ne andò ebbra di gioia. ll Sommo Pontefice manifestò pubblicamente la sua allegrezza, e ringrazio solennemente Dio di aver permesso che quelle nazioni, assise tuttavia nelle ombre della morte, vedessero spuntare l’aurora della salute.

Come il sacro collegio e gli uomini di Dio, così il mondo dotto si abbandonava alla gioia. Gli eruditi, i cosmografi della biblioteca papale prevedevano cose infinite da questa scoperta, la quale non era che un principio. ll gran maestro della letteratura classica, l’oracolo de’ suoi contemporanei, Pomponio Leto, pianse di gioia udendo un tale prodigio. Da quel punto gli eroi de’ primi tempi, i semidei del paganesimo, le spedizioni favolose o storiche dell’antichità giacquero eclissate. La realtà veniva a cancellare la mitologia, ed a superar l’imaginazione.

ll segno della redenzione era stato portato per mezzo ai terribili spazi dell’Oceano tenebroso, al di là dell’incerto Atlantide, da un uomo, il cui nome, maravigliosamente simbolico della salute, ricordava la colomba, emblema dello Spirito Santo, e significava Porta Croce, Porta Cristo, Cristoforo. E questo eroe era un modello cristiano. Non si potevano porre in dubbio i suoi sentimenti; perocchè sin dal 15 aprile, per conseguenza dieci giorni dopo il suo trionfo a Barcellona, una copia della sua lettera a Raffaele Sanchez, giunta già a Roma, eravi tradotta in latino da Aliandro di Cosco, e coll’autorizzazione pontificia, stampata nella tipografia di Eucario Argentino. Nove giorni