Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/353

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capitolo terzo 345

di tutto. L’energia spiegata dall’ammiraglio senza risguardo alle influenze, ai gradi ed alle opposizioni, salvò la colonia.

Intorno a ciò le unanimi testimonianze si riassumono in quella dello storiografo reale Herrera. «Bisognò far de’ molini per macinare il frumento. Ma, siccome i soldati e gli uomini da lavoro erano deboli e malati, fu di tutta necessità che vi lavorasse anche la nobiltà, cosa che l’affliggeva quanto la morte... Tuttavia l’ammiraglio, vedendo quel gran malcontento, fu costretto usar violenza, affinchè il suo popolo non perisse.»

Colombo poneva qual principio la massima de’ Monaci de’ primi secoli: «colui che non lavora non merita di mangiare.» Ai nobili infingardi ed agli egoisti oziosi offrì di scegliere fra ’l lavoro e la diminuzione delle razioni; per questo i consumatori inutili gli formarono una riputazione di barbarie che la testimonianza del Vicario Apostolico fece, in certo qual modo, credere verità. Questa riputazione di barbarie venne rinforzata dagl’impiegati della marineria a Siviglia, officiati dal parentado ulcerato degl’idalghi che Colombo aveva sottomessi al lavoro, e sopratutto dal padre Boil, il quale non aveva omai più speranza di attenuare i propri torti se non calunniando l’ammiraglio.

Qui torna necessaria una breve spiegazione intorno al padre Boil, ed alle sue evangeliche fatiche.

Il padre Bernardo Boil, catalano, monaco benedettino del Monserrato, in gran credito alla corte pel suo sapere, d’altronde irriprensibile quanto alla regolarità de’ costumi, non era venuto alle Indie spontaneamente, mosso dalla sua vocazione; non aveva ambito quell’apostolato.

Eletto dai lllonarchi per quel Vicariato Apostolico, egli aveva obbedito, imbarcandosi, come sarebbe andato ad un negoziato diplomatico. La scelta che fece della maggior parte de’ suoi cooperatori si risentiva della tepidezza sua propria. Fra’ Religiosi, che aveva seco condotti, alcuni erano realmente sortiti ad evangelizzar gli idolatri; ma i più, nati alla pacifica regola del chiostro, si trovavano senza forza, senza efficacia per quel nuovo genere di vita: non avevano nè zelo, ne facilità per parlare la lingua degl’indigeni, e per intrattenerli di Dio: non edificavano