Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/430

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422 libro secondo

in quelle contrade parte alle vostre gloriose fatiche. Ma il peso de’ grandi affari rattiene il Pontefice; l’agiatezza della vita, il Cardinale, e gl’impediscono di seguire tal via. Nondimeno è sicurissimo, che, in uno scopo simile al vostro, il Principe della milizia apostolica venne a Roma, e che i suoi cooperatori, anch’essi vasi di elezione, pellegrinarono pel mondo, logorandosi, rifiniti, coi loro calzari rotti, le loro tuniche in cenci, i loro corpi dimagrati dalle privazioni, e dalle fatiche dei viaggi, ne’ quali si cibarono sovente d’un pane di amarezza.»

Don Jaime Ferrer dichiara al rivelatore del globo, doversi anch’egli aspettare patimenti e dure prove, segni di elezione e predilezione celeste.

La sua cattolica sincerità, e la rettitudine della sua intenzione fanno ardito il gioielliere di Burgos fino a dare un pio consiglio all’Ambasciatore di Dio, e a metterlo in guardia contro l’umana debolezza: gli dice, che, dopo queste grandi cose, quando egli ripasserà talvolta nel suo spirito i risultati del suo glorioso ministero, abbia ad inginocchiarsi, come il profeta inclinato sulla sua arpa, e gridare dal profondo del suo cuore «non a noi, o Signore, non a noi, ma al vostro solo nome, date gloria. Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam. Questa coraggiosa raccomandazione di umiltà pare a noi una intera rivelazione dell’anima del gioielliere: chiarisce egregiamente un cristiano ammirabile, che si volge ad un cristiano che ammira.

Continuando la sua lettera, il Ferrer aggiunge: «Signore, è cosa certissima, che, per la loro natura, le cose temporali non sono cattive, nè opposte alle cose spirituali, quando si sa usarne bene, e secondo il fine pel quale Dio le creò.» Partendo da questo principio, consiglia il rivelatore del globo di seguitare le sue scoperte, e lo assicura che torneranno a servigio di Dio, ed a vantaggio di tutta la cristianità.

Solamente dopo queste considerazioni morali, giungendo all’oggetto della sua lettera, il gioielliere di Burgos dice al vice-re delle Indie: «La Regina mi ha ordinato di scrivere alla signoria vostra, ecc.» Il fine di questa lettera non è indegno del suo principio: fa sorpresa nel suo autore una venerazione quasi