Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/445

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capitolo nono 437

che alla sua nuova spedizione. La continua sua operosità giunse a vincere la studiata inazione dell’ordinatore generale, ed a superare tutti gli ostacoli che gli suscitava la malevolenza degli uffici; a tale, che, sul finire del maggio, nel porto di San Lucar di Barrameda si vedevano sei caravelle pronte alla partenza. Ma questa partenza, ch’era una specie di trionfo, innaspriva Juan di Fonseca e le sue creature. Fin allora l’ammiraglio non era stato offeso che indirettamente o con un certo riserbo; piacque avere ricorso ad ingiuria violenta e pubblica.

Un ebreo, che aveva trovato il proprio conto a farsi cristiano, Jimeno di Bribiesca, già diventato ufficiale pagatore, volendo assicurarsi la protezione del suo patrono, don Juan di Fonseca, si assumette l’officio infame.

In diverse circostanze questo Jimeno si era provato a minacciare ed offendere l’ammiraglio. Il giorno dell’imbarco, lo seguì sul porto, ingiuriandolo nel modo più ributtante; pare anzi che osasse, per colmo di oltraggio, provocarlo, perfino a bordo, colle sue più villane ingiurie. È noto che al momento di imbarcarsi, Colombo si raccomandava più specialmente a Dio ed alla Santa Vergine, e si disponeva alla sua impresa con atti particolari di pietà. ll Suo cuore in que’ momenti sovrabbondava di effusione cristiana: egli si trovava, dunque, prontissimo al perdono, e perciò a sopportare più facilmente l’ingiuria. Ma in quel di l’oltraggio riuscì sì grave e odioso per la sua continuazione e la sua malizia, che al canuto marinaro sovvenne quanto andava debitore alla propria dignità di ammiraglio. Questa volta l’impunità poteva avere conseguenze disastrose. L’offesa veniva fatta sotto gli occhi di tutta la squadra, della calca ch’empieva la spiaggia, de’ colpevoli e banditi imbarcati, i quali avrebbero scambiata la sua pazienza in debolezza e codardia. Al momento della partenza era fors’anco necessario per la salute delle navi e pel mantenimento della disciplina fondata sul rispetto della forza, di provare immantinente che l’età non aveva punto distrutta la vigoria fisica dell’ammiraglio, e ch’ei saprebbe far rispettare la sua persona, e al tempo stesso far eseguire i suoi comandamenti.