Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/88

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dei loro interessi minacciati. Correa voce fra le genti di mare che l’infante don Enrico meditava eseguire colle sue caravelle, il giro intero dell’Africa sino al Mar Rosso ed al Golfo Persico; da che sarebbe conseguito che i Genovesi, e più particolarmente i Veneziani, i quali avevano il monopolio del trasporto e del transito delle produzioni dell’Oriente, avrebbero soggiaciuto alla perdita di così vantaggiosa industria. I piloti della Liguria e dell’Adriatico, stabiliti a Lisbona, non tralasciavano di trasmettere alle loro famiglie le notizie dell’Africa che si andavano spargendo lungo il Tago.

La morte del principe Enrico allentò l’impulso che il suo genio dava alle scoperte: nondimeno Lisbona era tuttavia la città de’ progressi marittimi: a Lisbona stanziavano i più valenti costruttori di navi; a Lisbona si vendevano i più corretti planisferi, e le migliori opere di astronomia; a Lisbona si facevano i migliori mappamondi, le più esatte carte marine; Lisbona era la città ove più abbondavano i piloti. Il nome di piloto indicava allora ogni ufficiale di mare che non avesse il comando supremo di una nave; lo si applicava ben anco ai secondi capitani nella marineria militare: i luogotenenti di nave erano tutti chiamati piloti. Un gran numero di marinai che la munificenza del priniipe matematico aveva attirati a Lisbona, vi continuavano la loro dimora, non ostante la perdita del loro protettore.

Non deve, adunque, recare sorpresa che il piloto Bartolomeo Colombo, fratello di Cristoforo, vi avesse, quantunque tardi fermata la stanza, affine di cavare profitto del suo ingegno e del suo sapere ch’era notorio e lodato in geografia. Suo nipote, don Fernando Colombo, cui soverchia modestia recò sempre a scemare il merito de’ suoi, quantunque dica che non avea molte lettere, è nondimeno costretto a riconoscere la sua alta ragione e la sua valentìa per la composizione delle sfere. Uno de’ suoi contemporanei, segretario del Senato di Genova, Antonio Gallo, parla del suo stabilirsi a Lisbona, e della sua abilità nel disegnare carte per uso de’ navigatori. Un altro de’ suoi contemporanei. Agostino Giustiniani, testifica questa superiorità, anzi pretende che Cristoforo Colombo imparò da lui a far mappamondi. Munoz dice che egli era giudizioso, di sperienza gran-