Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/89

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capitolo secondo 81

dissima nella navigazione, e valente in far carte e strumenti per l’arte nautica. Altri fatti, che riferiremo ai loro luoghi, giustificano del resto questa opinione.

Intanto che, in aspettazione di meglio, Bartolomeo Colombo cavava profitto del suo ingegno per la geografia, con lavori che allora fruttavano assai, tennesi a gran ventura accogliere in sua casa il fratello naufrago, pel quale aveva una tenerezza mescolata di deferenza: fece ogni sforzo di trattenerlo. Epperò questa ospitalità non gli riuscì grave: Cristoforo era valente calligrafo, e, come la penna, trattava abilmente la matita e il pennello, faceva altresì carte e piani; si occupava a copiar manoscritti, e trascrivere libri rari, perchè, non ostante l’invenzione della stampa, la tipografia in Portogallo giacev’ancora nello stato d’infanzia; gli operai compositori erano difficili a trovarsi, sicchè i libri si sostenevano a prezzi alti: e siccome il suo amore della geografia, e la sua inclinazione allo studio gli avevano rese familiari le opere meglio apprezzate dai lettori del porto di Lisbona, così le comprava per rivenderle, e faceva anche un piccolo commercio di libri. Con questo modo, non solamente provvedeva a’ suoi propri bisogni, ma colla sua economia e colle privazioni che s’imponeva, la sua filiale tenerezza poteva recare qualche alleviamento alla vecchiaia poco fortunata del padre. Lo storico delle Indie, Gonzalo Fernandez de Oviedo, suo nemico, gli rende questa testimonianza, che a Lisbona, e per tutto ovunque fosse, ebbe sempre cura di provvedere ai bisogni di suo padre, non ostante lo stentato e il manchevole della sua propria condizione. L’aspetto gradevole di Cristoforo Colombo gli aveva agevolato dimestichezza con uomini di mare ed attirata buon’accoglienza da negozianti genovesi stabiliti a Lisbona. Egli non dimenticò mai la cortesia de’ suoi compatriotti Antonio Vazo e Luigi Centurione Escoto; ricordò i buoni uffici di Paolo di Negro, del paro che le cure amiche di Nicola Espindola; e ricambiò coll’immortalità la loro benevolenza, trasmettendoci i nomi oscuri di quegli stimabili mercatanti.

Fra’ contemporanei di Colombo, tre scrittori spezialmente ci hanno lasciato della sua persona descrizioni, secondo le quali possiamo formarcene un’idea approssimativa; e sono primiera-

Roselly, Crist. Colombo. 6