Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/109

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popoli: l’unica nostra cura è quella di dar nome ed origine greca ad un uomo di cui abbiam saputo l’esistenza. Mostriamo in Creta il sepolcro di Giove, in Deio la cuna di Apollo, in Tebe quella di Ercole; e, pieni di nazionale fiduca, diciamo: — Qui son nati, qui son morti, e tutti gli altri popoli l’han conosciuti dopo di noi. — Quale è la patria di Pittagora? Metaponto, Fliunto, Samo, Tiro si disputano questo onore. Vi è chi lo crede lucano, chi egizio, chi etrusco. Taluno ti dice che suo padre, Mnesarco, Mnestero, Demarato (chi sa il suo nome?), gioielliere, mercante di grani o altro che fosse (poiché il suo mestiere è piú incerto del suo nome), parti da Samo, sua patria (né si dice se questo fosse il nostro Samo di Grecia, o l’altro die pur vi è qui in Italia), ed andò colla sua moglie a Deio, ove Apollo se ne innamorò, e fece con lei una di quelle cose umane, che Omero con tanta indecenza ha attribuito alle nature divine. Il marito, mosso da rispetto pel nume, cangiò l’antico nome di Partenaide, che avea la moglie, in quello di Pitiade, e parti per Sidone, dove gli nacque un fanciullo, cui fu imposto il nome di Pittagora. Se l’autore di questo racconto avesse avuta l’accortezza di far si che Partenaide, nel tempo che viaggiava gravida del suo Pittagora, avesse toccato l’Egitto, avrebbe contentati tutti coloro che pretendono aver avuta parte alla nascita di questo grand’uomo! Non vedi tu che tutte queste son favole inventate dal volgo o credute dal volgo, il quale trova sempre o finge facilmente il meraviglioso ed il divino in tutti gli uomini che ammira? Se avvenisse mai che io un giorno acquistassi tra i greci quella celebritá che Pittagora ha tra gl’italiani, non sarebbe impossibile che il figlio di Aristone divenisse figlio di Apollo (D. Gli accidenti della vita di Pittagora sono miracolosi, come quelli della sua nascita. Egli aveva una coscia d’oro, dicono taluni; altri, egli si ricordava di essere stato Euforbo nella guerra di Troia; calmava le tempeste; prediceva i tremuoti... (1) Ed avvenne di fatti. Vedi Bruker, in Platone.