Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/112

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si è conservato e tramandato per mezzo di un collegio di sapienti, che è nato e cresciuto in Italia. Si dice che Pittagora abbia nel tempo istesso scoverto la proprietá dell’ipotenusa, le proporzioni della musica e le leggi dell’armonia celeste. Non vedi tu che queste tre veritá non si possono scoprire da un’istessa persona, e che colui, il quale sa tanto poco di geometria da ignorar la proprietá dell’ipotenusa, non ne può poi saper tanto da calcolare le proporzioni deH’armonia? Se è vero che Pittagora ha scoperto il primo la proprietá dell’ipotenusa, ha dovuto esser molto antico; se ha scoperto il sistema celeste, ha dovuto esser molto moderno. Raccogli tutte le azioni e tutte le scoperte che si attribuiscono a Pittagora. Rammenta tutte le persone colle quali si dice ch’egli abbia conversato: tu lo trovi coetaneo di Policrate, di Falaride. di Milone, di Filolao. Rammenta tutti i luoghi ne’ quali egli non solo è passato, ma si è anche lungamente trattenuto: Samo, l’Egitto, la Siria, Babilonia, l’Italia. Sará necessario dargli quattrocento anni di vita. E cosí neanche farem nulla: scioglieremo tutte le altre difficoltá, fuorché quella di poterlo far morire due volte. Dunque sará necessitá supporre che vi sieno stati tanti Pittagori quanti capi di collegi vi sono stati in tutte le cittá italiane. Cosí tu troverai un Pittagora in ogni etá ed in ogni luogo. Sará crotoniato, metapontino, lucano, etrusco. Sará coetaneo di Milone e di Filolao. Telauge, Tetano, e che so io? tutti potranno esser suoi figli. Molte delle cognizioni pittagoriche son prese forse dagli esteri: da noi no certamente, perché die avrebbero potuto imparare da noi coloro che ne sanno molto di piú? Ma non un’idea presa di qua o di lá, bensí i principi, il metodo, le forinole di ragionare e di favellare, quello a buon conto che noi chiamiamo «dialettica», e che è l’anima e l’istrumento di tutte le altre parti della filosofia, ne forma il carattere e ne determina l’origine. Io ritrovo la filosofia di Pittagora nella lingua che parlano gli abitatori dell’interno dell’Italia, i quali al certo non han potuto discendere dalle colonie nostre, quali si dicono essere