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XVIII

CLEO BOLO A SPEITSIPPO

[ Raritá e alto prezzo dei libri di Filolao, di Ocello e in genere dei pitagorici — Da ciò frequenti le truffe di ingordi speculatori, i quali spacciano come libri pitagorici vocabolari, compendi e altra roba insulsa — Estratto da un libro pseudo-pitagorico: definizioni del mondo, di Dio, del sole, della donna — Tristi effetti di siffatta letteratura — Ragioni perché essa sia tanto in voga — Non basta astenersi dal gioco, dalla lussuria e dalla gola: occorre anche non perdersi dietro una frivola scienza.]

Platone ha comprato gli scritti di Filolao. — Per quanto? — mi domanderai. Per cento mine, e non ha per certo «comprato un pentimento» (»). Forse, senza la miseria in cui è caduta la famiglia di questo grand’uomo, non l’avrebbe ottenuto a tal prezzo, e, se volesse rivenderli ai copisti di Atene o di Corinto, ne otterrebbe anche di piú. Ma pare che egli ne voglia fare un mistero. Archita gli ha promesso, nel primo viaggio che fará in Lucania, di trattare coi nipoti di Ocello per ottenere gli scritti del loro zio. In generale i libri pittagorici sono rari e costano molto. Non è giá che essi non scrivano al pari di tutti gli altri filosofi; ma, siccome la loro societá non è composta di oziosi (quali, per lo maggior numero, sono quei nostri filosofi di Grecia, che non vivono per sapere ma sanno per vivere), e sono dall’altra parte (i) Diogene Laerzio, VIII.