Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/143

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non aveste altri esempi di turbamenti politici che quelli che vi presentavano sulle scene i vostri tragici. È qualche tempo da che tali avvenimenti son passati dalla scena alla curia ed al fòro; e, non dubitate, avrete anche voi buon numero di sapienti, che rivolgeranno le loro cure agli studi delle cose civili. L’uomo, per l’ordinario, sa quello che i suoi tempi gli permettono e gl’impongono di sapere. Tra queste grandi commozioni politiche si scoprono le vere leggi della societá, perché si veggono coll’esperienza gli errori di coloro i quali avean creduto potere, nell’ordinare le cittá, sostituire i loro tini privati ai fini generali della natura. Per qualche tempo essi non si avvedevano dell’errore: non se ne avvedeva il popolo, e concorreva con loro ad innalzare un edifizio insensato. Ma l’ordine contrario delle cose ne batteva e rodeva sordamente le basi, simile all’onda del mare, che, rodendo le falde di immensa montagna, la riduce un giorno a crollare, e gli abitanti non si avvedono dell’eterna potenza delle onde se non quando li desta il fragore del monte che innabissa. Ciascun ordinator di cittá ha scelto tra i fini della medesima quello che sembrava a lui il piti utile ed il piú glorioso. Chi amava la guerra, ha detto: — Io fonderò una cittá di guerrieri; il mio nome sará in tutte le cittá il nome de’ memorabili avvenimenti. — L’audacia ed i primi eventi felici han reso il popolo ingiusto al di fuori, insolente al di dentro. Qui tumulti e sollevazioni; li odii; guerre eterne; lá stanchezza in mezzo alle piú gloriose vittorie; da per tutto la corruzione, il disordine, la debolezza. Ed il nome del fondatore è perito colla stessa cittá. Un altro ha detto: — La mia cittá sederá regina de’ mari; le ricchezze di tutte le altre si accumuleranno nel mio porto. — Il commercio con tanti popoli diversi ha corrotti i costumi ed ha accresciuti i bisogni; le ricchezze accumulate in breve tempo hanno generato l’amore dell’ozio; i bisogni accresciuti, mentre scemava l’industria, son divenuti vizi; e la cittá è miseramente perita.