Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/162

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non potendo esser vera che una sola, perché una è la virtú, ne verrá in conseguenza che molti debbono averne un’idea ncn vera, ed essere in conseguenza viziosi. Questa vostra scienza, dunque, potrá essere tutt’al piú una medicina; ma, siccome essa è piú atta ad impedire i progressi del male che a ristabilir la salute, cosí invano daH’uomo, che ha bisogno di medicina, voi sperate lo stesso che fa l’uomo sano. Questa vostra medicina non sará mai per tutto il popolo, perché come mai potrá sperarsi che tutti sien savi? Molti debbono esser addetti all’agricoltura, molti alle arti. Quanti dunque potranno udir Archita o Platone ed intenderli, e, tra questi, quanti ne profitteranno? Stabilirete voi dunque nelle vostre cittá un’oligarchia di virtú e di sapere, che è la peggiore di tutte, perché non solo rende gli uomini schiavi, ma anche degni della schiavitú? Se una cittá libera non avesse piú che un sol uomo virtuoso, chi potrebbe negare che in tal cittá la dominazione di un solo sarebbe necessaria? (*). Aggiungete che debolmente operano sudammo nostro quelle veritá che impariamo giá adulti; profondissima impressione lasciano gli esempi che dalla fanciullezza ne circondano; utili sono quei precetti che vediamo praticar da tutti; inutili quasi sempre quegli altri che la pratica smentisce. E l’uomo virtuoso, che abita una cittá corrotta, dovrá ogni giorno lottar cogli esempi altrui. E chi sa che talvolta uno di questi esempi non lo seduca? tanto piú che gli manca il primo stimolo ad esser virtuoso, l’approvazione degli altri. — Ma vorresti forse tu dire che in una cittá corrotta non vi possa essere un uomo virtuoso? — Gli iddii mi salvino dall’aver si bassa opinione degli uomini. Ma io credo, e fermamente credo, che quest’uomo sará raro. Forse ve ne sará un solo in un secolo, che dovrá molto sudare, molto soffrire, e che sará per lo piú inutile alla cittá, di cui non correggerá i costumi. Che anzi fará nascere una tal quale guerra di dispetto tra lui ed il volgo: questo lo disprezzerá, lo (i) Aristotele, Politica.