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XXVI

Platone a Critone

[Filolao — Sito elogio recitato da Archita in un solenne concilio di pitagorici a Eraclea — Pel giusto la morte è principio di nuova vita — Scopo dell’elogio dei trapassati è l’istruzione delle generazioni venture — Confutazione della dottrina che separa la virtú dalla felicitá — Il premio della virtú non è estrinseco ma intrinseco — Filolao astronomo e Filolao uomo giusto — Come invitato dagli eracleesi a governarli — Morto povero dopo vent’anni di governo — Il desiderio smodato nei bruzi di nuovi ordini, cagione precipua dei mali d’Italia — Tristi effetti dei rivolgimenti bruzi in Turio e in Eraclea — Vani sforzi di Filolao per opporsi alla corrente demagogica — Sua moderazione dannosa a lui stesso — È arrestato — Sua serenitá nel carcere — Ricusa di fuggire — E di suicidarsi — Immoralitá del suicidio da lui dimostrata — Suo discorso sulla giustizia degli dè’. non mai tarda, come al volgo appare — Suoi ultimi momenti — Distacco dalla famiglia — Sua morte.]

Tu hai resi gli ultimi uffici al piú saggio dei greci: li suoi occhi furon chiusi dalle tue mani, l’ultime sue parole furono dirette a te (O. Ascolta la storia di un saggio italiano, amico, finché fu tra i mortali, del nostro Socrate, ed al pari di lui amante degli uomini e vittima della loro ingratitudine. Io ti parlo di Filolao, che tu stesso avrai forse udito piú volte in Atene ragionar con Socrate, e che è stato messo a morte dal popolo di Eraclea in quest’ultima sollevazione, che, anni sono, taluni scellerati destarono contro i pittagorici; quando i nostri ( i ) Platone, nel Fedone.