Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/275

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— E voi non sapete — gli disse — qual benefício avete fatto! Eran due giorni che io e questa mia figlia non avevamo mangiato pane. Quando voi siete qui giunti, io stava su questo fiume per poter ritirare le canne, che giorni sono uvea messe per prendere dell’anguille e portarle a vendere a Scilace. Per colmo delle sciagure, contro il corso ordinario della presente stagione, il cielo è stato sempre di bronzo, il fiume non si è intorbidato mai. Per quindici giorni non è piovuto neanche sulla Sila! Questa mattina son tornato a veder le mie canne: non vi erano che pochissime e piccole anguille. — Pure — ho detto tra me — sará necessitá prenderle anche tali quali sono. Gli iddíi non vogliono che io abbia mai piú tanto da potermene stare senza pensiero un mese! Sia fatta la volontá degl’ iddii! Prenderò quelle che ci sono; le venderò per pochi oboli; darò a mangiare per due giorni a questa povera creatura... — Oh! senza di lei... Per tutt’altro che per pescare sarei io venuto sulle sponde del Crotalo! Da quanto tempo avrei terminata la vita orribile che io vivo! — Platone, confortandolo a sperar bene, lo indusse a raccontar le vicende della sua vita. Egli era di Numistra. la seconda cittá di Bruzi, dopo Cosenzia. I suoi genitori eran morti, lasciandolo giovine di etá e ricco di averi. L’entusiasmo della gioventú lo immerse nel vortice delle sedizioni. — Io non I10 che rimproverarmi — egli diceva: — né ambizione, né avarizia, né vendetta mi mossero ad unirmi con coloro i quali proposero i primi di separar gl’interessi nostri da quelli de’lucani. Io non volea altro che il bene della mia patria. Si diceva che gl’interessi nostri eran trascurati o traditi in Petilia (O e che sarebbero stati meglio trattati in Cosenzia; che allora tutte le nostre cose sarebbero state fatte da noi stessi, e meglio. A poco a poco ogni villaggio nostro disse per Cosenzia quello che tutti noi avevam detto per Petilia: — Perché riceverem noi le leggi da un altro paese? — E ciò, che avean detto i villaggi, ripeterono le famiglie, ciascuna dicendo all’altra: — Perché non sarem noi (1) Petilia era una cittá principale de’lucani.