Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. I, 1928 – BEIC 1793340.djvu/293

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l’imbelle come di un campo comune per battersi senza distruggere la casa propria. I lucani ed i bruzi incorninceranno a vendere i loro servizi a chiunque vorrá comprarli. Li comprerá l’usurpatore per sostenere le sue ingiustizie; li comprerá il popolo debole per salvarsi dal potente; li comprerá il potente per togliere ogni difesa al debole. Questo mercimonio turberá ogni ragion delle genti. I bruzi ed i lucani consumeranno la loro gioventú e la loro forza militare in guerre non proprie, le quali potranno arricchire qualche condottiere, ma non gioveranno mai alla nazione. I deboli, che avranno comprata la protezione, saranno distrutti e dai protettori e dai nemici per guerre stolte, che non avrebbero mai intraprese senza la facilitá di un mercimonio insensato; i popoli potenti, che avranno comprata l’altrui amicizia, fidando sulla forza straniera, trascureranno la propria e diventeranno deboli anche essi. Ingiustizie, guerre, violenze, depredazioni, desolazioni... e finalmente chi rimarrá ultimo vincitore? Quel popolo il quale sará il piú forte; quel popolo il quale avrá piú giustizia entro le sue mura (poiché gl’ingiusti son sempre deboli) e minor numero di stranieri ne’ suoi accampamenti; che né comprerá il braccio altrui, né venderá il proprio, ma dirá: — Io ho avuto dagl’ iddíi una mente ed un braccio, ed il mio braccio non servirá ad altri che alla mente mia. —