Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/102

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Ditirambo di Eraclito sull’amore (*)

[Dir cosa vile l’amore è bestemmia — Amore è il piú antico degli dèi — Esso sedeva sopra al caos, a fianco alla mente architettrice dell’universo — Per opera sua venne ordinato tutto ciò che è — Il solo vero può renderci beati — La sola mente liberarci dalla crudele alternativa di desiderio e di noia — Essa sola darci coscienza della felicitá — Ma l’immagine, che è nei fondo della nostra mente, è quella del bello — E chi ci dará il sacro furor del bello e, con questo, la face della nostra mente, se non Amore?— Egli è padre, non di discordia, ma di aurea concordia — Il rispetto per la bellezza destò nell’uomo il primo senso di pietá — La bellezza eterna non è se non l’unione di tutte le virtú — Amore solo insegnò agli uomini a udir, tra i desidèri dei sensi, la voce della ragione — Perisca chiunque corrompe le leggi di Amore — Ma a chi ha bene e santamente amato gli dèi riserbano una felicitá infinita.]

Rammentatemi, o muse, le chiare onde deirilisso e quel platano, airotnbra del quale il sapiente figlio di Sofronisco sedette per ragionar col bel Fedro ragionamenti di amore. Volgeva Torá de! meriggio, quando l’ombra è piú grata ai mortali; quando le canore cicale allettano al sonno le menti degli oziosi, ma destano ed invitano ad alti pensieri i savi, che rammentano esser le medesime amiche delle muse, alle quali nar- (i) Questo cauto si potrebbe dir quasi una traduzione del Fedro , mista a poche opinioni del Convito . L’autore lo chiama «ditirambo», né saprei dir perché. Del resto, Platone chiama anche egli «ditirambo» il ragionamento che fa Socrate nel Fedf’o, Chi sa se il «ditirambo» degli antichi non fosse diverso da quella semigotica poesia, alla quale noi abbiati! dato lo stesso nome?