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LVII

Di Nearco a Cleobolo

[Il canto sull’amore di Eraclito e Lo specchio a Laide di Aristippo sul medesimo argomento — Mnesiila — Come i sentimentali e i sensuali considerino rispettivamente la donna amata.]

Eraclito del suo canto sull’amore invia una copia a te, un’altra a Platone. — lo — mi ha detto — so che il sapiente Platone ed il bello-e-buono (*) Cleobolo non curan molto le ciance canore di noialtri poeti. Ma questa volta ho cantate le stesse loro idee. Spero che vorran riconoscere ed accogliere le proprie figlie, ancorché ritornino in casa con veste diversa da quella che aveano quando ne uscirono ! — Noi dunque aspettiamo con rispettosa impazienza la sentenza del sapiente Platone e del bello-e-buono Cleobolo. Ma sappi intanto che il canto di Eraclito è giá celebre in Taranto; e gran parte della sua fama deve ad un dialogo di Aristippo intitolato Lo specchio a Laide <*>, che è giunto tra noi pochi giorni sono, e che l’autore ha scritto in dialetto dorico, quasi per guadagnar la nostra benevolenza lusingando la nostra vanitá! Sebbene scritto in prosa ed in forma di dialogo, questo libro del filosofo di Cirene è piú poetico di moltissimi poemi scritti in verso. Soggetto ne è l’amore, non altrimenti che del (i) Soprannome che si dava ai giovinetti di distinzione in Grecia, e che è preferíbile al nostro «illustrissimo». (a) La£rtius, in Aristippo .