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LXIX

Di Platone ad Archita

[Siracusa, sola, non distruggerá mai Cartagine — Astrattamente, i piccoli Stati sembrano preferibili a quelli troppo popolosi — Ma l’ingrandimento degli Stati dipende da un ordine superiore a cui non si può resistere — In tempi civili una cittá non basta piú a se stessa — Tendenze delle nazioni, pur attraverso le guerre, a riunirsi — A ciò le muove la medesima natura — Filippo di Macedonia — Prevedibile che egli riunisca sotto di sé tutta la Grecia — Prevedibile anche che i romani riuniscan tutta l’Italia — Prevedibile un urto romano-cartaginese — I romani rimarranno padroni del mondo.]

Io non cesso di dire a Dionisio che il suo oggetto debba esser quello di riunir tutta la Sicilia; io non cesso di ripeterlo ai siracusani. Qualunque sia per esser l’esito che nell’attuale contrasto i fati abbian riserbato al potere del primo ed alla libertá de’ secondi, questa riunione non potrá esser che bene. — Voi parlate di libertá e d’imperio — ho detto all’uno ed agli altri : — prima di decidere se la vostra nazione debba o non debba servire, decidete se voi sarete o non sarete nazione. I cartaginesi non abbandoneranno mai volontariamente la Sicilia; e, finché i siciliani saran divisi tra loro, vi si manterranno, perché troveranno sempre negli animi discordi degli abitanti un partito che loro apra la porta per farveli entrare, che li sostenga quando vi sono entrati. Non sono giá ottantatré anni che vi si mantengono a vostro dispetto? — Potrá talora il caso dar la vittoria ai siracusani, come altre volte l’ebbero alcuni loro duci; ma Siracusa, sola, non sará mai tanto forte da