Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/195

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l’impero, le grandi ricchezze, il commercio: le molte colonie inaridiranno in un momento come rivi de’ quali sia stata deviata o diseccata la sorgente. Che è mai Cartagine? Essa non è che una fattoria de’ tirii e degli uticensi e di vari altri popoli commercianti W, che appena meriterebbe il nome di cittá, se non si valesse delle forze riunite di tutta la lega, e se l’industria de’suoi abitanti e, piú dell’industria, l’opportunitá del sito che abitano non la rendesse la piú considerabile. Amfipoli sarebbe considerabile quanto Cartagine, se avesse un continente barbaro come l’Africa da una parte e dall’altra popoli colti, quali son quelli dell’ Italia e della Grecia. Imperocché tu devi sapere, una di queste due circostanze che manchi, esser necessitá che diminuisca il commercio; perché né troverai da chi comprare a buon mercato, né a chi rivender caro: talché Cartagine sará sempre egualmente distrutta, o che se le tolga l’Africa, o che se le chiuda la Grecia e l’Italia. Pare che essa abbia preveduti questi mali e tenti render sicuro il commercio coll’ impero. Ma quale impero, gran Dio! è mai l’impero de’commercianti, i quali vi costringono a servire per costringervi a comprare; e poi, perché il solo servire non basta, distruggono tutto ciò che trovano di arti e di industria presso di voi, onde, non rimanendovi piú nulla, siate costretti a comprar tutto? Essi hanno occupata la Sardegna, isola fertile, popolata e felice. Ma, al tocco del loro scettro di ferro, tutto è cangiato: gli antichi coloni in parte discacciati, in parte trucidati; pena di morte contro chiunque coltivasse la terra e raccogliesse altri frutti oltre di quelli che essa spontaneamente produce. La Sardegna tra poco sará un deserto, e l’impero de’ cartaginesi perderá la piú utile pane del suo dominio. Un popolo, il quale voglia esser nel tempo medesimo il sensale ed il padrone della terra, si distrugge da se stesso. Chi sa se non rimarranno un giorno soli sulla terra gl’italiani giá vincitori de’ cartaginesi ed i greci giá vincitori de’ (1) Questa mi par la piú vera e la piú ragiotievol idea che si possa formare della poteuza cartaginese. Mi son dispensato dall’apporre citazioni, perché avrò occasione di trattar questo soggetto particolarmente.