Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/196

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persiani? Io amo talvolta di vederli col pensiero venir alle prese come due campioni rimasti soli vincitori nell’arena di Elea. I cieli salvino la mia patria da’ miei augúri funesti..., ma in questa lotta noi non saremo i piú forti. Noi potremo ben vincere, ma non siam fatti per vaste e lunghe conquiste. Siamo piú vani, ma meno orgogliosi degl’italiani. Le forze della Grecia riunita sono minori di quelle dcll’Italia; nc colle conquiste noi potremo riunirne molte altre, perché, per riunir nazioni tanto diverse di costumi, di lingua, di leggi, vi si richiedono de’ secoli, e, prima che questi secoli saranno scorsi, chi sa quanti cangiamenti potranno avvenire? Noi non abbiamo la costituzione di Roma. Per accrescer le nostre forze e poter conquistare, dovremmo esser riuniti ; né lo saremo se non sotto il governo di un solo. A conservar l’equilibrio sarebbe necessario un terzo popolo, il quale, potente ed istruito de’ suoi veri interessi, prestasse aiuto a qual de’ due vedesse in pericolo di esser oppresso. La Sicilia riunita potrebbe sospendere il decreto del destino che minaccia l’Africa e la Grecia e l’Italia. Ma vedi tu come son gli uomini e le nazioni! Se si proponesse ai greci, ai cartaginesi, agl’italiani di riunir la Sicilia, né gl’italiani né i cartaginesi né i greci avrebbero che rispondere in contrario, ma vi lascerebbero dire e correrebbero forsennati a battersi per conquistarla. Rimarrá un solo popolo dominatore di tutta la terra, innanzi al di cui cospetto tutto il genere umano tacerá; ed i superbi vincitori, pieni di vizi e di orgoglio, rivolgeranno nelle proprie viscere il pugnale ancor fumante del sangue del genere umano; e quando tutte le idee liberali degli uomini saranno schiacciate ed estinte sotto l’immenso potere che è necessario a dominar l’universo, e le virtú di tutte le nazioni prive di vicendevole emulazione rimarranno arrugginite, ed i vizi di un sol popolo e talora di un sol uomo saran divenuti, per la comune schiavitú, vizi comuni, sará consumata allora la vendetta degli dèi, i quali si servono delle grandi crisi della natura per distruggere, e dell’ignoranza istessa degli uomini per emendare la loro indocile razza.