Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/199

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preda de’ piú forti che le afferravan pei capelli e le strascinavan piangenti ne’ loro antri paterni. Tu, regina, insegnasti la prima agli uomini una vittoria piú gloriosa ed un dominio piú caro. Per te il giovane vigoroso disse in faccia alla patria: — Ecco la vergine che io scelgo per mia compagna. — E le donzelle appresero da te a nominar senza rossore il forte ch’era padre dei loro figli. Tuoi sono, o regina, i sacri riti che ogni anno, al ritorno della primavera, rinnoviamo in questo loco. Accetta, o dea, i voti che in un giorno solenne ti offre un popolo devoto<0. — Giá la pompa solenne arriva al luogo sagro. Compiuti i sagrifici, tutto il popolo si dispone in un immenso anfiteatro. Al lato destro siedono i genitori ed accanto a loro stanno in piedi i giovinetti ; al sinistro le madri e loro stanno accanto le vergini. Oh! con quanta aviditá l’occhio dello spettatore scorre sull! tanti e vari modelli di bellezza che gli offrono i due gruppi! Ne’ giovani la naturai bellezza delle forme è rinforzata dagli esercizi vigorosi e dal lungo uso della milizia, che quasi la farebbe sembrar feroce, se non fosse in questo giorno temperata e rammorbidita dal desiderio di piacere. Nelle vergini, forme naturalmente piú morbide ed estrema impazienza di piacere farebbero diventar la bellezza quasi effeminata, se non fosse rinvigorita dagli esercizi generosi, coi quali l’educazione le avvezza a concorrere e vincer nel concorso gli stessi uomini, ed animata dall’amor della gloria e della patria. Dall’un lato e dall’altro vedi volar sguardi, or languidi, or vivi ; sospiri or di desiderio, or di speranze, or di timori; taciti voti e tacite promesse piú eloquenti di ogni discorso. L’amore e la virtú si abbracciano, la gloria sorride, la patria trionfa. I giudici siedono. Al suono di maestosa musica militare si avanzano i duci, aventi in mano il registro de’ nomi di que* prodi che, sotto le loro bandiere, sotto gli stessi loro occhi, hanno ben meritato della patria. Oh ! come il palpito cresce in ogni petto!... Silenzio! Udiamo il precone che proclama i nomi de’ prodi!... — Marco Gellio figlio di Caio... — (i) Quest’inno è sacro a Giunone, dea delle nozze e protettrice del Sannio, ov’era invocata col nome italico di Atra. V. Cuoco, Platone in Italia - 11 13