Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/276

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Si dimostra cogli esempi ch’essi peccavano per tutte e tre queste cagioni. 4. Difetto fondamentale della sua divisione degli scrittori per classi. La tradizione della dottrina pittagorica si è interrotta dopo l’epoca di Aristotele. Nell’epoca di Cicerone era quasi interamente estinta. Si dimostra che tre grandissimi uomini dell’antichitá aveano letto o nessuno o pochissimi libri pittagorici: Cicerone, Plinio, san Girolamo.

III

Cagioni della decadenza della filosofia pittagorica. Tra le cagioni principali è l’ascendente che acquistarono lo stoicismo e l’epicureismo. Decadenza dello studio della matematica, che formava la base di ogni dottrina pittagorica. Cagioni per le quali i libri de’ pittagorici sono quasi tutti periti.

IV

Carattere generale de’ principali scrittori che abbiamo sulle cose pitagoriche. Si dimostra col fatto ch’essi non hanno né scienza né imparzialitá né esattezza. Pochissima è la fede che meritano.

V

Cagioni principali de’ loro errori. Prima: equivoci nati dalla confusione del linguaggio poetico col linguaggio filosofico. Vari esempi di tali equivoci, per cagion de’ quali un’espressione poetica è stata registrata tra i dogmi filosofici. Tali sono, per esempio, che la sede dell’anima sia nelle ciglia, attribuito a Teofrasto; che ciascun luogo della terra abbia il suo sole e la sua luna; che gli astri sien faci che si estinguono e si riaccendono, ecc. ecc. Da queste osservazioni ne viene un primo canone di critica: per conoscer una filosofia, prima di tutto è necessario formare un vocabolario tecnico della medesima.

VI

Seconda cagione di errori: diversitá delle sètte. È carattere eterno di ogni setta nascente di mostrarsi quanto piú si possa simile ad un’altra setta antica: è carattere dell’antica mostrarsi