Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/290

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mezzo nel quale solamente sta il vero. Non è nuovo il soggetto che io imprendo a trattare; ma sopra un soggetto antico a me rimane molto di nuovo da dire, e forse il gran numero di coloro che mi han preceduto, invece di accrescere il numero delle veritá, non ha fatto altro che moltiplicar quello delle opinioni. I precetti della critica ordinaria non sono sufficienti. — Nel dubbio — essa ci dice — prestate fede allo scrittore piú vicino all’avvenimento. — Ma dalle cose, delle quali ragioniamo, il maggior numero degli scrittori, i quali ci rimangono, sono tanto lontani, che due secoli di piú o di meno sono da riputarsi quasi quantitá incommensurabili colla distanza intera. Oltre una certa distanza, importa poco che lo scrittore sia piú vicino o piú lontano, e questa distanza si misura non tanto dagli anni quanto dal numero delle memorie che ancora possono rimaner deH’avvenimento. Di tanti scrittori che abbiamo sulle cose pitagoriche appena Erodoto, Platone, Aristofane, Isocrate, Aristotele, Aristosseno, Teofrasto e pochissimi altri han vista la setta pitagorica spirante. Essa esisteva da molti secoli innanzi; ma que’secoli «.longaurgentur noe te, careni quia vate sacro». I greci eran sempre fanciulli (0, poco curanti della storia propria, nulla della straniera. Noi non paragoniamo Erodoto al nostro Villani, perché siamo avvezzi a rispettar piú un antico che un moderno, e perché non abbiamo un altro scrittore, come avviene col Villani, il quale possa o emendare o smentire i di lui errori. Ma il severo Tucidide asseriva tutto ciò che erasi scritto dai greci sulli tempi anteriori alla guerra del Peloponneso esser pieno d’inesattezze e di menzogne; né da Tucidide dissentiva il compagno ed il rivale di Platone, Senofonte (*). Platone ed Aristotele sono stati i primi padri della storia greca, perché primi hanno incominciato a studiar la storia de’ popoli vicini, senza la quale non si può mai avere scritta con esattezza e per lungo tratto (1) Platone [C.] (2) La faina di Erodoto si c rialzata un |k>co a’ nostri giorni per l’esattezza che abbiam trovata nelle sue descrizioni geografiche, unica parte de’ suoi racconti ne’ quali possiamo avere un criterio di veritá, perché sussiste ancora la cosa a cui paragonare il detto. Ma l’esattezza geografica è un pregio molto piú facile a conseguirsi dell’esattezza istorica e cronologica: essa è figlia piú della fantasia, la quale ritien vive le apparenze esterne delle cose, che della ragione, che lieve esaminarne l’interna natura e le ascose cagioni e disporle con ordine. 11 nostro Villani è anche esso mediocremente esatto in geografia [C.]